Metti il goniometro in cucina: avventure di straordinaria follia gastronomica con Marcello Valentino
Solitamente quando decido di andare ad un evento non sono mai sicura di organizzarmi in tempo e quell'insicurezza iniziale prevale sulla scelta finale: "non ci vado, col treno poi sarebbe una vera ammazzata, però rivedrei Marcello Valentino e sarei supportata da Cristiana che mi fa da baby sitter, mamma, sorella, angelo custode!".
Al messaggio della notte prima avevo fatto chiarezza in me specialmente su whatsup "No ce la faccio col treno, se partiste in auto forse verrei senza un un minimo dubbio". Ciao ANEMA & CORE tutti hanno strappato il biglietto già fatto da Trenitalia e Cristiana mi propone il piano Zeta ( dopo quello solo cuore con un defibrillatore a portata di beauty case per eventuali problemi)lei con sua grande disponibilità "Prendo L'auto e vengo di corsa da te!". Si il mio desiderio era semplice e basico, ritornare a lavorare a fianco di Marcello Valentino, fare il corso con lui e poi degustare la cena prevista presso il Mulino di Arezzo. La compagnia piacevole di Cristiana mi avrebbe fatto ritornare il sorriso un pò spento di questo ultimo periodo. Premessa iniziale sono parita quasi in pigiama, nel mio beauty case o beautiful case ho messo solo il necessario, maglietta di lana di ricambio (avete presente quelle de nonna che arrivano fino al ginocchio?) un maglioncino e qualche trucco per fare le magie. Niente scarpe da donna letale o fatale ma ginnica al massimo.
Il viaggio verso Arezzo tra biglietti del treno strappati, ha fatto in modo che altre persone si unissero al gruppo, il mio chihuahua Mimi che in vita sua secondo me è il più girovago di tutti. Perciò minivaligetta anche per Mimì che tutta felice sale sul trasportino non sapendo che le aspetterà un esperienza enogastro-canina all'ennesima potenza.
Il mulino è situato in un posto un pò impervio di Arezzo e devi conoscere la strada, Marcello mandava messaggi su whatsup "Dove state, quando venite, dai dobbiamo lavorare sul menù di natale!" ma a me in auto s'era svegliata una fame atavica pre pranzo perchè non avevp fatto colazione, avrei gradito un cappuccino caldo. Detto fatto anche se sulla tabella di marcia non vi era nessuna fermata prevista, Lello ci ha fatto accomodare in un bar pasticceria degno di nota. Per me Mini sacher Torte, cappuccino e poco dopo e si arriva all'Agriturismo Il Mulino.
La location si rivela subito una dimora d'epoca,un mulino del XVI secolo totalmente ristrutturato, situato in prossimità di un torrente che scorre tra le due colline adiacenti alle pendici del Monte Lignano. Noto immediatamente la nebbia "Eh si oggi è un pò umido" mi fa la signora Anna padrona di casa, anche lei mezza attorcolata per rifare i bordi alle tende, metro al collo. La signora Anna col suo sorriso paziente ci guida verso la ns camera che sta all'esterno cioè dislocata aldifuori del complesso base. "Si per voi abbiamo optato per la dependance, così avrete maggior privacy e vi potete riposare quanto volete!"
La nostra camera In-dependence day è pronta, è un appartamento dove pare di averci vissuto da una vita, bellissimo, con un mega king size bed con e cuscini con scritto LOVE. "Oh Cri, portasse bene!". Cucina coloratissima "Oh Cri se ci viene fame stanotte facciamo una carbonara!". Si accende la stufa in pellet "Oh Cri non è che piagliamo a foco?".
Nel bagni ci aspettano profumi di ogni genere, creme, sali da bagno ma la camera era ancora fredda ed abbiamo aspettato che si scaldasse l'atmosfera. La signora Anna ci informa e ci istruisce come scaldare al top l'appartamento, ovviamente io rimango in giaccone, Cristiana col montone e Mimì col cappotto. Ci prepariamo per scendere in cucina, ci si veste e ci si da un restauro decente. "Oh Cri ma perchè quando io e te andiamo in giro abbiamo la costante del ghiaccio in camera, stasera mohito per tutti!" e lei "Ma no già si sente che sta scaldando, e stasera qui saranno i tropici". "vabbe va lascia la porta del bagno aperta che ho provato un cleenex e sembrava carta vetrata"
Ma Mimi? Lei ha la sua cuccia, si è gia innamorata della stanza e dei suoi tappeti fatti di pelle di renna, si rotola, salta, balla.
Si scende in cucina, con abbastanza fame ma lo chef sa e noi pure che durante il servizio non si mangia, è la sua filosofia affinchè non si perda concentrazione. Marcello mio, io sono tutto il contrario, se non mangio non produco e soprattutto la concentrazione di zuccheri si esaurisce con poco tempo, il mio metabolismo sta bruciando anche il pellet della stufa ed il tappeto di pelle di renna. Baci e Abbracci perchè lui è il mio Chef, grande amico, condivisione di esperienze fantastiche. Con lui si tagliano tante verdure, carciofi, zucchini, broccoli, carciofi, lui parte con salse e si inventa piatti che al palato fanno toccare il paradiso. I corsisti impazziscono divertendosi con la nuova brigata.....io e Cristiana e Lello. Marcello mette il piede sull'acceleratore e tira fuori la grinta dei fuori classe.
La cucina era al pian terreno, la cucina di Hans & Gretel, oppure la cucina di una nonna maga dove sopravvivono scaffali e mobili ricolmi di ogni ben di dio. Io e Lello abbiamo sgusciato un pentolone di gamberi ridendo e scherzando "ma non ci sta proprio nulla da granocchiare?"
Noi facciamo in modo che le postazioni siano libere, ognuno col proprio tagliere, coltello, grembiule, canovaccio e cappello. Marcello "Si Chef?" " Per favore dammi una sciacquata a questo che mi serve subito!" Quel contenitore lo avrò lavato 30 volte poi con Lello abbiamo aperto una bella bottiglia di vino bianco, ci siamo messi sull'altro lato della cucina con Cristiana e vai con bruschette di ogni tipo! Eravamo incantati dalla calma zen dello chef "Fra poco arrivano i corsisti e noi siamo in linea!" Oh meno male la bruschetta sennò in linea me ce trovavano distesa. Morire nella cucina di Hans e Gretel o quella di Heinz Beck per calo di zuccheri improvviso.
A Rendola mi ricordo che lo chef diceva siamo in "Sintonia" ma il lavapiatti straniero ripeteva "Sinfonia, Sinfonia" oh ragazzi certe cantate!!!! Il menù è facile ma è articolato, ben strutturato, poi Marcello ha le sue salse che crea con verdure e spezie di ogni genere. "Veliaaaaaaaa per favore mi dai una sciacquata a questo? Mi serve subito! " Si chef arrivo!". Ora qui dipana la matassa, Marcello molto seriamente mi dice "Velia, prendi la pagnotta del pane, quella tonda e fallo a 65!" Ora io non è perchè sono ignorante ma forse peggio. Quel 65 mi aveva mandato fuori strada, "Mi dicevo ma tagliato come? cioè sto 65 è un diametro, un raggio, una circonferenza un pi greco?" Mi sono ripresa con molta disinvoltura. "Chef non sono capace facciamolo fare alle cameriere che le vedo preparate!" Loro non si sono smosse, hanno iniziato a tagliare il pane con relax e a 65 fette. Ma che diavolo di diametro???
"Il filetto di maiale sta a 58?" tutti annuiscono dopo aver guardato l'interno "Si chef a 58".
OK mi decido voglio un goniometro, un uncinetto e della lana e mi metto da parte perchè non ci sto capendo più nulla.
Ho solo il problema che Mimi non ha l'umido per cena e di certo non posso darle il maialino a 58 per poi farle venire lo squaraus e profumare la stanza con chanel numero 5. Lello si prepara, Cristiana pure. "Scusate facciamo un salto all'esselunga e poi passiamo a prendere Titti che arriva col treno delle 16. Voi iniziate il corso e poi torniamo".
Ragazzi la strada che congiunge l'agriturismo al centro è contorta, abbiamo preso come punti di riferimento carte mortuarie, sto Franco poverino che si era spento serenamente, pace all'anima sua ci ha dato il segnale, qui si girà e poi dritti all'esselunga.
Panni stesi per 200 metri verso il paesotto, Franco sta anche qui attaccato su di un muro prima di entrare al centro. in paradiso tesoro tutti gli angeli ti invocano perchè sei il miglior gps della storia.
Ma la Esselunga è lunga, 40 casse, per trovare una scatoletta per mimi ci vuole la guida con un cane da tartufi ma Lello con la sua grande fiolofia " ma chi ci corre dietro? Guagliò con calma con calma! Poi nu bell cafè e andiamo a prendere Titti alla Stazione e ce ne torniamo di nuovo!"
Io ho solo una consapevolezza: ho trovato l'umido o scatoletta a sorpresa per Mimì, ho preso il caffè, mi sono mezza imbambolata davanti ad un negozio di abbigliamento che Hashatagga #ansia, sto aspettando con Cristiana che Titti fuoriesca dal treno. Lello legge il giornale "Guagliò ma simm proprio certi che Titti arriva in tempo oppure ce ne iamm a fa na pizza al centro?" ed io "veramente ho fame anche io, però appena arriva la nostra rossa del cuore (Titti Dell'Erba)torniamo all'agriturismo, vediamo come butta in cucina e poi facciamo un ape-merenda! Ti va?"-
Lello da gran signore e da napoletano 100% se ne esce "Guagliò in cucina non pò butta malamente dopo che ho sgusciato 200 gamberoni...eh no!"
Titti Dell'Erba arriva puntuale sul binario uno, del treno intercity dalle 50 sfumature di rosso, ho il cellulare scarico e non posso fare foto. Ma siamo in auto e tutte allineate per andare a fare il corso con il solito fuso orario di ritardo. Titti è giornalista, event organizer presso Ristoworld Italy, ed è una donna di una dolcezza incredibile.
Al momento dell'arrivo nella Indipendence Room sa che dovremmo dividerci la camera, sa che ho una cane, piccolo ma è pur sempre "un dog in the room".
Le temperature nella nostra dependance sono quasi tropicali, vedo già che l'atmosfera cambia, la camera si rivela ancora più accogliente con le luci della sera. Ore 16,3o torniamo tutti in cucina, si aggiungono i corsisti.
Io cerco solo di coordinare le pentole ed i fornelli, so che sono a completa disposizione dello chef. La fame prende risvolti inaspettati per alcuni di noi. Luca Puzzuoli ideatore della manifestazione di Risate & Risotti e dell'evento correlato al Mulino del Gusto, ha già indossato la giacca da chef e da attore comico.
Si divide tra sala e cucina, si giostra per tenere sotto controllo le prenotazioni per la cena "Dovremmo essere 70 all'incirca!" ed io "ma il pane al goniometro sta a 65 pezzi perciò comunica con lo chef sennò mi tocca tagliare il resto con il compasso!".
I corsisti si portano avanti con le verdure, poi se la vedono con salse, tartarre di salmone, davanti a me passa tanto di quel ben di Dio che non assaggiare sarebbe un peccato. Ma durante la lezione non si può perdere concentrazione ma se c'è un concentramento di affamati bisogna attuare il piano B.
Il piano B prevede il riscaldamento del forno adiacente al bar, io mi piazzo lì davanti, scaldo pizza al testo, riscaldo cotechino, stappo vino e vedo Lello già cambiare colore "Guagliò ma sta cucina Zen allora funziona, un aperi-merenda non ci sta male!". Luca mi segue passo passo, cambia colore anche lui perchè il calo di zuccheri improvviso richiede un mega carboidrato ed un bel grasso animaloide. Ogni tanto sento Marcello chiamare dall'altro lato "Veliaaaaa, per favore mi devi sciacquare questoooooooooooooo!"
"Arrivo chef!"
Credo di aver lavato il contenitore del Bimbi una trentina di volte, aver ridotto, tramutato, tritato, fumato anche le erbe del vicino. Dopo il terzo bicchiere di vino stiamo più in Sinfonia che in Sintonia, a noi va bene che i corsisti apprendano, ci aiutino a preparare parte della cena. Ma da me non passa solo il Bimbi ma anche i vassoi di ceramica che pesano 5 kg e dentro non c'entra nulla se non 10 pomodorini fatti al forno. Lo chef è stato chiaro "Quelli non mi piacciono e li togliamo". Cristiana aveva fatto la cernita come io stavo cercando di riparare il taglio dei carciofi "perchè lo chef vuole il cuore del carciofooo!"
Oramai mi sento "in charge" o in "Re-charge", ho il compito di controllare i corsisti, di mantenere il lavello in ordine, di rassettare ogni piano. Sono una vera Colf per un giorno, arruffata, senza barbatrucco ma con la forza di un titano fatto di titanio. Mi sento sulla prua del Titanic, se affondo so che sarà tra piatti e pentole, Cenerentole si nasce e non ci si diventa dall'oggi al domani.
I corsisti lasciano la cucina alle 19,00 il tempo necessario per darci i veri compiti come si fa in una brigata di cucina. Ci siamo contati "Siamo in tre, non so se è preoccupante oppure è solo la sensazione che devo riprendere il goniometro ed il metro della signora Anna!".
No non siamo soli, Sonia la proprietaria del Mulino fa arrivare tre splendide fanciulle, serviranno a tavola e daranno una mano durante il servizio laddove serva: Cinzia, Silvia ed Alice i nostri angeli custodi.
To be continued/
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