Chef on the Road....la cena
Con le giacche rosse io Shady, Antonio Scaccio e Borghini sembravamo Babbi Natale dei Grandi Magazzini. Harrods ci avrebbe assunti appunto come Chef Natalizi vuoi per il taglio unico ed il modello scelto. Io volevo la linea tutta mia Solovelia però capisco anche che con tutti quegli chefs non ne saremmo mai venuti a capo.
SOLOCHEF e Maria Grazia sono sempre una garanzia.
In compenso il nostro nome finemente ricamato sul collo. Finalmente nessuno a guardarti il petto o la pettorina ( per le donne è diverso l’effetto) per sapere chi sei o come ti chiami. Io avevo proposto di scrivere il nome sulla pannuccia ma in fondo...talmente in fondo......che alla fine la gente avrebbe dovuto allacciarsi le scarpe pur di leggere anche un nickname.
In cucina eravamo elettrici. Oramai il cibo era già uscito sui vari tavoli da buffet. Io e Scaccio stavamo vicino ad Alberto Rossi che spiegava i tagli della noce ( non de cocco) ed elargiva consigli su come preparare tartarre gustose con spezie e vari aromi.
Luca Borghini era pervaso da tutti gli spiriti evocati dalla Cilibrizzi e non stava fermo.
Dall’altro lato ogni tanto passavo anche io...sarà l’artiglio del diavolo con lo chef chef Vincenzo Petruzzelli. La gente si avvicinava ai tavoli e noi guidavamo la degustazione tra varie domande “Mi scusi Velia cos’è questo?” “guardi non lo so…..però sembra uno strudel di pinoli ed erbe varie ma l’ha fatto Scaccio….” “ANTONIOOOO ti prego ci fai una piccola carrellata di ciò che hai cucinato?” Si perché stare dietro ad un buffet dopo una giornata di lavoro non è semplice.
Ci vuole gente fresca che sappia dire anche qualche frescaccia “Oh si signora codesto strudel è stato impastato nelle ultime 48 ore per ben 10 volte, poi steso a mano. Per il ripieno abbiamo optato per un sedano stanco su letto di rucola felice” E la gente….ecco la gente ci crede.
"questa mozzarella mi sa dire da dove viene? " ed io "Signora carissima viene dall'Australia, mozzarella di latte di canguro sà ci piacciono le cose innovative. Appena la mangia sentirà un leggero salto nel vuoto. Pochi secondi nulla di grave.
Le ricordo che il nome è "Cangoorella" un pò come Cinderella insomma un pò da sfigati perà è BUONA!"
Per questo che alla terza domanda io ho smesso di parlare, ho chiamato la hostess le ho fatto la piantina con Google Map e le ho detto “ora i clienti sono nelle VOSTRE SAPIENTI mani fate in modo che non si perdano tra queste 1500 pietanze” Un po’ come cercare il punto G c’è chi non perde mai le speranze di beccarlo perciò lo imposta sul tom tom, lo cerca su Yahoo e se c’è la crisi anche su ebay. Oppure tutt’oggi lo scrive sulla lavagnetta della shopping list della cucina “AAA ancora ci crediamo!” La ragazza sveglia sapeva tutto infatti quando riportava indietro i piatti vuoti le domandavo per correttezza se le servisse un solido rimpiazzo. In sala la gente si rilassava. Era questo l’intento. In cucina invece l’aria era bollente e non per il bollipasta.
Noi donne CHEFFE siamo perlopiù carine, magari ci sentiamo anche belle dentro. Ma quel bello dentro è più inquietante del bello fuori. Se sei bella dentro prima o poi troverai qualcuno che ti dirà "allora fammi entrare così vedo qualcosa" ma non è che durante il servizio possiamo dare spettacolo con un tacco 10 su zeppa arcuata.
Solitamente la cheffa donna si rivela una donna complicata, rigorosamente convinta che colei che servirà al tavolo se è gnocca nel suo "profondissimo essere" dovrebbe avere almeno la decenza di presentarsi con delle calze di alpaka, un baby doll di lana merinos e sopra un saio che la ricopra di tutto punto affinche quella lettera G non venga mai trovata.
E qui per questioni di sana autoironia e gossip diciamo che la nostre cameriere erano state scelte non solo in base alla bellezza ma soprattutto per il sano uso dei neuroni che copiosi colpivano lo Chef Antonio Scaccio. Piovono aiuti umanitari…....anche la protezione civile per proteggere L'OMMO SICILIANO dalle solide avances toscane della nostra Jessica Rabbit. Lei di certo non era un avanzo. Vi dico che i bidoni della differenziata si aprivano pur di beccarsela solo un pezzo. Vetro??? Plastica? Amianto???
Anzi se durante la giornata in cucina sembrava normale la sera si era presentata con un leggins leggero da far intravedere il resto con estrema maestria. Swarosky sulla maglietta velata nera.
Si fiondava sul banco come se fosse uno sgabello infatti ad un certo punto ho pensato di stare a “uomini e donne”. Solo che il tronista era Scaccio…..e noi???
Al massimo io la Giovanna, Angela, Shamira e la Silvia potevamo fare il pubblico. Su quel banco rivoltabile e decappottabile c’era la presentazione del “Fiore de Loto”.
Non lo so che è…..forse è un’altra cosa Zen che s’è inventato Scaccio ma No lei si apriva con indicibile sofferenza “oddio però i piatti scottano ma come fate voi a tenerli in mano” "cocca mia...noi ce l'abbiamo d'amianto"
Io altro che “della crudel morte de cristo” era passata a “la morte del cigno” anzo no del CIGNALE::::::::)))) “Chef non so perché io mi sento in sintonia stasera”
Strano ho pensato la sintonia poteva essere anche sinfonia se avesse continuato a girovagare a quel modo avremmo dovuto chiamare l’orchestra per cantare l’inno “faccela toccà….” Tanto avevamo visto di tutto!!!! E nel momento in cui c’è stato l’impiattamento dei tortelli di Giovanna Geremicca la nostra Jessica Rabbit provava ancora a lodare quel piatto sino a far venire l’emicrania a l’unico chef che porta con sé la divina scintilla: ANTONIO SCACCIO.
Lui lo chef di Dolce e Gabbana. La Jessica ribatezzata JUST cavalla.
IO “sai Jessica questo un piatto Tantrico…..l’ha fatto Giovanna Geremicca non Scaccio” “Ah si…????.” "Appunto tantrico cioè la gente se lo deve mangiare con calma per goderne tutti i profumi, gli aromi” “ma che bella questa cosa!!!! Ma come vi è venuta in mente?”
“Jessica amore della mamma anche della nonna….leva sto tacco e guardami negli occhi. Questo è frutto di MESI E MESI di duro lavoro sul banco anche di anni ed anni di duro lavoro ai fornelli……ma lo sai che è il tantra???”
“No però ho studiato e sono laureata in lettere” “hai studiato a Scientology? Oppure hai studiato alla Eminflex?”
E’ stato lì che non ho voluto infierire ulteriormente nel suo alfabeto ci sarà stata anche la lettera G non so se usasse il punto interrogativo però oramai eravamo tutte alleate per salvare Santo Scaccio da Imola!” Come si sconfigge una gnocca in cucina???
Noi Cheffe avevamo ancora l’asso nella manica. Giocarci la Samanta. Lei è gnocca però almeno è simpatica. La mettiamo in sfida con la Jessica ed ecco che al momento che Maria De Fillippi reclama l’uscita dei ravioli di Silvia ……………………..Samanta prende le redini e le reti della cucina facendo goal “ora siamo davvero in sintonia!” Ho detto RETI e vi ricordo che la specialità non è tanto sulle doghe ma sulla TV…….la musica ha inizio. RETI UNIFICATE!!!!
“O COME SIAMO IN SINTONIA!!!! È stato il motto dell’intera serata. Intanto mentre i matrimoni si frantumavano ai tavoli dove la Jessica sapientemente serviva il piatto….noi avevamo la Samanta che rimetteva tutto in perfetto ordine. Il sudore freddo dello chef, il sangue freddo dello chef…….
Dio c’è ed esiste. Intanto la gente si alzava per applaudire tutti NOI…
Ho pensato alla Giusy di Dolci e Delizie che non era sta lì con noi……a lei però è dedicato un sogno che fa parte della quarta SAGA mentale di Chef on The Road parte quarta….manco Twilights con tutte le guerre tra vulturi e san marziani.
A me me fanno una saga.....oppuree un sugo....so avanti!!!!
Ed il momento fu catartico nelle Smoking Area dove i fumatori "Io e la Francesca Burzi in prima linea" parlavamo della fantastica uscita dell’uno o dell’altro. “Oh Velia che bella la cena, i ravioli erano divini, e poi la noce…..Alberto Rossi ha portato delle materie prime da sballo”
Ed io “sballando con le stelle…Francesca guarda ho ancora sto artiglio del dragoncello ma non lo senti??”
E Vincenzo che ci guardava incuriosito “tu sei davvero fuori controllo in cucina ma soprattutto nella cucina” Eh si l’artiglio del diavolo oppure di Drago Uccello come avevano esclamato e riassunto la mia crema tutti i ragazzi per prendermi in giro. “In verità vi dico sono animalista convinta ma non vi è stato mai come stasera un assalto verso questa povera bestia…..se non fosse stato per noi giovani cheffe a quest’ora avreste pianto amare lacrime. Vi saresti cosparsi di arnica e avreste pregato in aramaico pur di essere calpestati da quel tacco!"
Francesca Burzi è un concentrato di simpatia. Anche lei persa tra le perle bucoliche della Cilibrizzi non sapeva dove buttare la sigaretta....rideva pensando a certe scene. Si è vero anche lei si sarà resa conto dell’assalto al fortino dello “scaccio” ma lei mica è cattiva come me??
Shamira ha iniziato a recitare. “Anche tu dall’Actors Studio ovviamente?” “Velia sono nata all’Actors Studio!” “Lo vedi? A me non me ce mandavano perché dicevano fosse pericoloso! Dopo centro vetrine sono passata ai semafori….e dai semafori al lavapiatti”
L'Actor's Studio propugna un metodo di recitazione (detto semplicemente metodo) finalizzato alla totale identificazione dell'attore con il personaggio che interpreta, in modo da rivelarne le più intime contraddizioni. Il risultato del metodo è un'interpretazione di grande intensità e coinvolgimento, assai adatta ad esprimere personalità nevrotiche e tormentate, spesso afflitte da conflitti interiori insanabili. Non è più il personaggio che si adatta alle caratteristiche dell'attore, secondo la tradizione hollywoodiana, ma viceversa. L'interprete deve penetrare nel ruolo con tutto se stesso e quindi non solo con le battute della sceneggiatura, ma anche e soprattutto con la gestualità e le espressioni del volto.
(questa l'ho copiata!)
Noi avevamo Stefano Sismondo “almeno lui la soap opera VIVERE l'ha fatta davvero anche squadra antimafia, Csi Roma, Twin Peaks e Pomeriggio5"
All'Actor Studio persino AL Pacino fu preso in disparte da Strasberg dicendogli questa semplice frase “impara le battute e poi potrai permetterti di andare a braccio”. Stefano è uno che sa il fatto suo. Ma Noi Femmine???? E chi le sa le battute????
Che discesa verso gli inferi!!!! Noi donne fuori dal coro abbiamo inscenato un improvvisazione alquanto simpatica delle COZZE contro le VONGOLE. Sapevamo la parte, eravamo nelle parte, perfettamente calate nel personaggio.
“Hai visto??? Ha la cellulite??” “Oddio nooo solo ritenzione idrica anche perché almeno quella è democratica!” "si noi donne in certi casi abbiamo un grave dissesto idrogeologico se cadiamo a terra sulle nostre macerie facciamo rinascere il fiore di loto"
“e quello??? Secondo me ha avuto un problema ieri sera con la moglie per questo che a tavola sono in tre”.
Momento di applausi, strette di mano e persino di autografi. Io ho pensato che avrei dovuto triplicare le gocce per dormire “che notte mi aspetterà in Torretta???? Cioè avrò mai la possibilità di incontrare qualche fantasma di notte? Magari la nonna della Cilibrizzi che vuole organizzare il suo 75° anniversario di nozze”
Paola Pi era esausta. Quando uno cerca di spegnere la sigaretta su un faretto a terra scambiandolo per un portacenere significa che il segno è ARRIVATO e che la stanchezza ha preso il sopravvento.
Siamo in sintonia......sempre in sinfonia....
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